Chiuso Natale, 1° gennaio e 1° maggio. Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara è situato nel cinquecentesco palazzo tradizionalmente attribuito al Duca di Milano Ludovico Sforza, detto il Moro, ma in realtà di proprietà di Antonio Costabili, segretario di Ludovico e personalità di spicco della corte del Duca Ercole I d’Este. Eretto su progetto di Biagio Rossetti (1495-1504), il palazzo è rimasto incompiuto. Dopo alterne vicende, nel 1920 il palazzo fu acquisito dallo Stato che quindici anni dopo vi inaugurò il Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti al mondo per la ceramica attica a figure rosse. Il museo conserva ed espone le testimonianze archeologiche ritrovate nella provincia di Ferrara, prime tra tutte quelle provenienti dagli scavi del fiorente porto commerciale etrusco di Spina che, tra il VI e il III sec. a.C., rappresentò uno dei centri focali della regione. Nelle sale del Museo sono esposti alcuni dei corredi ritrovati nelle oltre 4mila tombe della necropoli della città (necropoli di valle Trebba e di Valle Pega), reperti talora veramente impressionanti per bellezza e ricchezza che accompagnavano il defunto nel viaggio verso l’oltretomba. Tra tali oggetti e manufatti, l’elemento più rilevante è costituito dall’imponente raccolta di vasi attici a figure rosse di V sec. a.C. e in generale dalla ceramica attica figurata che, nelle ripetute associazioni funzionali che ruotano attorno al cratere, evoca principalmente (e soprattutto nelle sepolture di rango) i rituali del convito e del simposio. Nel 2007 sono state aperte al pubblico otto nuove sale che hanno raddoppiato la superficie espositiva; si sono anche conclusi i restauri dell’Aula Costabiliana, o “Sala del Tesoro”, magistralmente affrescata in stile mantegnesco da Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, tra il 1503 e il 1506. Recentissima l’inaugurazione del nuovo spazio espositivo dedicato alle due piroghe, imbarcazioni monossili, presumibilmente di età tardo romana (III-IV secolo d.C.), rinvenute nel 1940 in Valle Isola, nel territorio ferrarese. Il 10 giugno 2010 apre poi la “Sala degli Ori”, straordinaria collezione di gioielli d’oro, argento, ambra e pasta vitrea di manifattura greca ed etrusca rinvenuti nelle tombe di Spina.
Il sesto episodio, curato da Luciana Mandruzzato, archeologa specializzata nello studio del vetro antico e membro dell' Association Internationale du Histoire du Verre, è dedicato alla raccolta delle perle di vetro del museo.
Il settimo episodio, curato da Elisabetta Gagetti, è dedicato ad un anello in ambra con ritratto muliebre risalente al II secolo d.C., parte della ricca collezione museale di ambre aquileiesi decorate a intaglio.
Evento organizzato da Ce.ri.do, Mibact-Museo archeologico nazionale di Adria, Comune di Adria, DeltaPo Experience, Pro Loco Adria
VENTO Studio D archeologia didattica museologia.